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Decreto Liquidità: cosa prevede per le imprese?

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Il Decreto 8 aprile 2020 n. 23 – Decreto Liquidità – si concentra sulle misure di sostegno finanziario per imprese, lavoratori autonomi e professionisti.

Non si tratta di erogazione di denaro ma si prefigge lo scopo di sostenere il sistema italiano attraverso l’emissione di garanzia da parte dello Stato.

Le garanzie messe a disposizione dal Decreto Liquidità, si distinguono in 3 tipologie.

Tutte hanno in comune l’obiettivo di semplificare le procedure di accesso al Fondo di Garanzia ed al sistema creditizio nazionale:

  1. Garanzia 100%, per importi non superiori al 25% dei ricavi fino ad un massimo di euro 25k;
  2. Garanzia 100% (90% a carico dello Stato – 10% a carico di Confidi), per importi non superiori al 25% dei ricavi fino ad un massimo di euro 800k;
  3. Garanzia 90%, per importi fino a 5 milioni di euro.

È stata prevista di assegnare delle garanzie mediante la società SACE per le aziende che fanno export e sostenere il Made in Italy.

Cosa deve fare l’impresa, il lavoratore autonomo e il professionista per accedere al fondo?

L’imprenditore, il lavoratore autonomo o il professionista devono compilare il modulo della garanzia “allegato 4 bis”, firmarlo ed inviarlo alla propria banca.

Il modello “allegato 4 bis” dovrà contenere i seguenti dati:

  • Dati del legale rappresentante dell’impresa o lavoratore autonomo o professionista;
  • Dati identificativi dell’azienda quali denominazione, codice fiscale, data di costituzione, sede legale;
  • Codice attività, ovvero il codice Ateco;
  • Il rilascio di alcune dichiarazioni tra cui quella che attesta che il richiedente è stato danneggiato dall’emergenza sanitaria;
  • I ricavi desunti dall’ultimo bilancio depositato o in alternativa dichiarazione dei redditi presentata;
  • Misure temporanee di aiuti di stato ottenuti diversi da quelli del Fondo di Garanzia;
  • Dati dimensionali: la classificazione tra Autonoma, Associata e Collegata;
  • Dati occupazionali e di fatturato;
  • La voce “Totali di bilancio” può essere omessa in presenza dei primi due dati qualora i medesimi siano sufficienti a determinare le dimensioni dell’impresa.

Pur avendo lo scopo di semplificare le procedure ed erogare risorse finanziarie in un momento molto delicato, le banche si stanno organizzando secondo indicazioni proprie.

È da considerare che il provvedimento non ha indicato un obbligo di erogazione lasciando ai singoli istituti le proprie libertà decisionali. Tutto questo potrebbe creare incertezza e tempi lunghi di erogazione.

Ne abbiamo parlato con Filippo Ninni, collaboratore e consulente di Coresultant.

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