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Data protection per servizi finanziari e assicurativi

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Visto che in questo approfondimento parleremo di dati, partiamo da un dato.

Secondo un recente sondaggio di Veeam, condotto tra 356 aziende enterprise del settore finanziario e assicurativo, quattro organizzazioni su cinque a livello globale (cioè l’81%) denotano livelli di criticità nel ripristinare le applicazioni entro un intervallo di tempo accettabile.

Numeri in crescita, se consideriamo che in Italia tutto il comparto Fintech e Insurtech sta immettendo ogni giorno sul mercato nuovi prodotti e servizi dedicati ai propri clienti. Si tratta per lo più di iniziative digitali in tempo reale, che implicano la rapida archiviazione di un enorme mole di dati personali e finanziari sensibili, e che stanno mettendo a dura prova i sistemi tradizionali di backup.

Di qui la convinzione che la gestione dei dati e la loro protezione sono ormai in cima alle preoccupazioni delle organizzazioni che offrono servizi finanziari e assicurativi.

Non ci sono le stesse certezze però su come realizzare un corretto trattamento dei dati e quali sono le regole seguire. Banche, istituti finanziari, startup e tutto il comparto assicurativo si trovano a gestire una mole enorme di dati personali, avendo anche il compito di proteggerli. Ma in cosa consiste, esattamente, questa protezione?

Il doppio volto del comparto finanziario e assicurativo

Proviamo a tracciare uno scenario.

Da una parte troviamo le organizzazionipiù aperte all’innovazione. Con l’obiettivo di combattere i costi, offrono ai propri clienti esperienze tecnologiche nuove e personali. In particolare, l’insurtech, secondo CBInsights, società di consulenza e reportistica che segue da tempo il settore, segnala un vero boom di soluzioni digitali.

Lo stesso settore conta però anche realtà più conservative, che continuano a utilizzare soluzioni tradizionali di backup e ripristino dei dati. La credenza diffusa in questo tipo di organizzazioni è che i consueti sistemi di protezione dei dati possano garantire gli elementi di base.

Proteggere i dati critici: i rischi

Due tipologie di aziende ma con lo stesso problema: la crescente digitalizzazione delle operazioni mette sotto pressione le loro piattaforme di protezione dei dati esistenti, riduce la disponibilità dei dati e li espone a rischi per la sicurezza e la conformità.

E via via che cresce la digitalizzazione, si espande anche il panorama delle minacce e delle frodi. I criminali informatici cercano di sfruttare le vulnerabilità della sicurezza e la fragilità del digitale e mettono a rischio informazioni sensibili e preziose. 

Per le aziende del settore, la protezione sicura dei dati fornisce ormai la base fondamentale per ogni operazione aziendale. I loro sistemi necessitano di scoprire le vulnerabilità della sicurezza dei dati in tempo reale, di proteggere i dati per prevenire le violazioni e di contribuire a semplificare la conformità normativa.

Ma come impostare una corretta gestione dei dati?

I passaggi chiave: modernizzare e semplificare

È necessario ragionare su diversi aspetti.

Prima di tutto, su una strategia di innovazione che possa includere l’automazione della visibilità, il controllo delle policy di accesso e l’implementazione di un monitoraggio continuo. Una strategia che sia in grado di identificare vulnerabilità e rischi prima che diventino violazioni. 

Poi la semplificazione. La scelta ideale sembra essere una piattaforma capace di interfacciarsi in modo indipendente ed efficiente con le altre soluzioni presenti in azienda, creando così un canale unico per la gestione della strategia disaster recovery e backup.

Un salto generazionale nel data protection

Problematiche legate soluzioni di backup tradizionali ma non solo. Le accelerazioni delle prassi di delivery e in cloud impongono ancor di più la necessità di ricorrere a una protezione dei dati moderna.

Le aziende che stanno facendoì un percorso di digitalizzazione matura e strutturata sono le prime a misurare i benefici di un approccio corretto al data protection.

  • innovano più velocemente;
  • riducono i costi;
  • aumentano l’automazione;
  • riutilizzano intelligence e dati.

Anche gli esperti di Veeam, autori del citato sondaggio, ribadiscono che se i dati sono una delle risorse più critiche per le aziende finanziarie, proteggerli è il primo passo per gestirli in modo efficace. E il backup non sembra essere più sufficiente.

Per poter accelerare l’agilità aziendale e migliorare l’esperienza dei clienti, le istituzioni finanziarie necessitano di un approccio più intelligente e adattivo alla gestione e alla protezione dei dati.

Un approccio che assicuri:

  • immutabilità dei dati rispetto alle minacce informatiche e al ransomware;
  • la protezione automatica delle repliche degli archivi di backup e dei dati archiviati;
  • la gestione della privacy, del rischio e della conformità per rafforzare la sicurezza e aderire alle normative sulla privacy dei dati;
  • la possibilità di modernizzare la protezione dei dati e la Cloud Mobility;
  • l’ottimizzazione automatizzata delle operazioni, testando, documentando e mettendo in pratica i piani di backup, ripristino e disaster recovery con un solo clic.

I risultati attesi?

Costi di backup inferiori, team di backup e ripristino dei dati più efficienti, miglioramenti operativi, maggiore velocità di risposta ai problemi, il tutto assicurando che i dati siano completamente trasferibili tra i cloud.

E riutilizzando i dati bloccati nei backup, le organizzazioni potranno essere capaci di supportare più velocemente analisi aziendali, processi decisionali e sviluppo. Oltre a offrire esperienze
più aderenti alle necessità dei clienti.

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