Zero Trust e controllo degli accessi nelle infrastrutture ibride

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Zero Trust è un modello di sicurezza che ribalta il vecchio paradigma della mera sicurezza perimetrale: non si dà più fiducia implicita, ma si verifica sempre ogni accesso. L’assunto di base è: “never trust, always verify”. E questo significa:

  • identificare con precisione chi, cosa e da dove richiede un accesso alla rete
  • assegnare il minimo privilegio necessario
  • riautenticare ogni richiesta

Checklist Zero Trust: a che punto è la tua organizzazione?

Implementare un approccio Zero Trust richiede una visione chiara dello stato attuale della propria infrastruttura IT.

Questa checklist ti aiuta a valutare in modo pratico e immediato il livello di maturità della tua organizzazione su ciascun pilastro fondamentale del modello Zero Trust.

1. Identità e autenticazione

  • Usi MFA o FIDO2 su tutte le applicazioni critiche?
  • Le credenziali sono verificate in base a contesto e rischio?
  • Hai un sistema centralizzato IAM (Identity and Access Managment) come Cisco ISE?

2. Accesso con privilegi minimi

  • Gli utenti hanno privilegi solo sulle risorse strettamente necessarie?
  • Si applicano policy granulari su utenti, dispositivi e ruoli?

3. Microsegmentazione

  • Le reti sono suddivise (VLAN, SDN, segmenti applicativi)?
  • I movimenti laterali sono limitati per ogni segmento?

4. Monitoraggio e logging continuo

  • Ogni accesso è tracciato con imprinting temporale e contestuale?
  • Hai un sistema centralizzato di raccolta log SIEM (Security Information and Event Managment) o SOAR (Security Orchestration, Automation and Response)?

5. Controllo dei dispositivi

  • Tutti i dispositivi aziendali sono profilati e verificati?
  • Le policy per dispositivo sono applicate dinamicamente?

6. Sicurezza applicativa e cloud

  • Le applicazioni sono protette con autenticazione contestuale e micro-segmentazione?
  • Hai visibilità e controllo sull’uso di risorse cloud?

7. Policy enforcement dinamico

  • Le policy si aggiornano in base a comportamento, reputazione, minacce?
  • Esiste automazione?

8. Formazione e governance

  • Il team IT e il management comprendono lo Zero Trust?
  • Si conducono test regolari: pentest, audit, simulazioni di breach?

Focus sui punti critici

Implementare un approccio Zero Trust all’interno di un’infrastruttura ibrida comporta una serie di sfide, spesso complesse. Una delle principali riguarda la gestione dell’eredità tecnologica: molte organizzazioni si trovano a dover integrare sistemi legacy con ambienti cloud moderni, cercando di mantenere coerenza nelle policy di accesso e nella gestione delle identità. In questi contesti, è fondamentale garantire un’interazione efficace tra i sistemi IAM, nonché una raccolta e un’analisi centralizzata dei log di accesso e comportamento.

Un altro punto critico è rappresentato dall’esperienza utente.
L’adozione di politiche Zero Trust rischia di diventare un ostacolo operativo se non viene bilanciata con strumenti che facilitano l’autenticazione e l’accesso. Tecnologie come l’autenticazione senza password (passless), il Single Sign-On (SSO) e l’applicazione contestuale delle policy aiutano a rendere questo equilibrio sostenibile, senza compromettere la sicurezza.

Infine, c’è la questione della scalabilità e dell’interoperabilità. Molte aziende lavorano con soluzioni di sicurezza già implementate e hanno bisogno che le nuove componenti si integrino facilmente in ambienti eterogenei. In questo caso, l’integrazione tra IT e SecOps è fondamentale: solo con una visione unificata delle policy, delle identità e degli eventi di rete è possibile mantenere un controllo effettivo e reattivo.

Perché Cisco è una scelta efficace

Cisco è una delle realtà più complete sul mercato quando si tratta di implementare un’architettura Zero Trust. Le sue soluzioni coprono in modo modulare e integrato tutti gli elementi fondamentali: dall’autenticazione multifattoriale e contestuale con Cisco Duo, alla gestione delle identità e dei dispositivi con Identity Services Engine (ISE), fino alla protezione del traffico di rete con Cisco Umbrella, Secure Firewall e AnyConnect.

Particolarmente rilevante è l’integrazione nativa offerta da Cisco SecureX, che consente di connettere e automatizzare tutte le componenti di sicurezza in un’unica piattaforma gestionale, migliorando la visibilità e semplificando le attività operative. Questo approccio garantisce non solo una maggiore efficacia, ma anche una gestione più sostenibile nel tempo, soprattutto in ambienti complessi o distribuiti.

Molte aziende, anche in Italia, hanno già intrapreso questo percorso con successo.

Questa checklist ti aiuta a capire a che punto sei nel percorso Zero Trust. Se hai risposto “no” o “non so” a più di due voci, potresti avere vulnerabilità significative da affrontare.

Il consiglio: svolgi un assessment approfondito e valuta l’adozione graduale o completa di soluzioni Cisco, scalando in base alle priorità aziendali.

ITCore Group è pronto a supportarti in questa evoluzione, dalla valutazione alla progettazione, fino all’implementazione e al monitoraggio continuo.

Vuoi trasformare questa checklist in un assessment concreto per la tua infrastruttura? Scrivici: possiamo costruire insieme un piano su misura, efficace e sostenibile.

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