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Funzionalità Chrome, Data Breach, Veeam, Cloud e attacchi cyber

IT News
Ascolta “Chrome, Data Breach all'Europarlamento, Veeam, Oracle, Cybersecurity” su Spreaker.

Chrome: nuove funzionalità per migliorare la sicurezza e la privacy

Dopo aver eseguito l’aggiornamento, sarà possibile attivare le nuove funzionalità relative alla sicurezza e alla privacy, che si trovano all’interno della sezione “funzioni sperimentali” di Chrome.

Seguendo il percorso “Navigazione sicura” e poi “Protezione standard“, troveremo lo strumento “Rileva” che avvisa quando si verificano eventi pericolosi.
Attivandolo, Chrome ci avviserà quando visitiamo siti potenzialmente pericolosi o quando scarichiamo file non sicuri.

Altra novità riguarda la privacy: aprendo una nuova scheda in incognito, troveremo un toggle per bloccare i cookie di terze parti. In questo modo la navigazione sarà ancora più anonima.

La versione 83 di Chrome è disponibile per il download per tutti gli utenti Windows, Mac, Linux, Android e iOS.

Europarlamento, Data Breach viola più di 16mila account

Un attacco informatico ha ottenuto dati che includono 1.200 account di deputati e funzionari dell’Europarlamento, e  altri 15.000 account di professionisti che lavorano per le istituzioni Ue. Informazioni che includono dati sensibili e password crittografate.

Le informazioni sono state ottenute con un sistema gestito sotto il dominio ufficiale “europarl.eu” del Parlamento europeo, ma con i dati presso terzi.

Il portavoce del Ppe Pedro López de Pablo ha confermato l’esposizione di un database con indirizzi e-mail e password, considerandolo però un database obsoleto con informazioni «utilizzate dalle persone iscritte al nostro vecchio sito web nel 2018».
«Anche nel caso in cui le persone che si erano registrate al nostro sito web nel 2018 usassero la stessa password che avevano in quel momento nelle loro e-mail, non può succedere nulla adesso perché in Parlamento il sistema ti costringe a cambiare password ogni tre mesi»
. Queste le sue parole.

Veeam e il Cloud Data Management

I sistemi IT hanno un ruolo fondamentale nella ripresa del business e nell’operatività aziendale. Intelligenza artificiale e machine learning nei prossimi anni produrranno cambiamenti in tutti i settori industriali, e c’è bisogno di personale con le giuste competenze per sfruttare a pieno il valore dei dati raccolti.

La 22esima edizione dell’Annual Global CEO Survay, l’analisi del network PWC che fotografa il livello di fiducia dei professionisti nello sviluppo globale, parla chiaro: il 55% dei CEO è preoccupato della scarsa disponibilità di competenze legate alla lettura dei dati; ritengono, inoltre, di non avere in azienda personale in grado di stilare report con i dati raccolti.

Alessio Di Benedetto, Senior Regional Presales Manager South EMEA, di Veeam Software spiega come si debbano valutare soluzioni digitali come il Cloud Data Management, per assicurare la disponibilità, la sicurezza e la conformità dei dati in un’azienda moderna ed intelligente.

«Il Cloud Data Management ha a che fare con la complessa gestione dei dati all’interno dell’infrastruttura cloud di tutta l’organizzazione e porta con sé aspetti quali il backup, la replica dei dati e il disaster recovery. Raccogliere, gestire ed effettuare il backup dei dati, in un ambiente “always-on”, in cui disponibilità è una parola chiave, oltre che pilastro fondamentale della competitività aziendale, non può più essere considerato un lusso per pochi». Continua Alessio Di Benedetto.

Per Veeam, la risposta sono software intelligenti e automatizzati che forniscono risposte concrete. Le piattaforme messe a disposizione da Veeam possono aiutare le aziende a superare questo ostacolo ma ci sarà comunque sempre bisogno di specialisti, di competenze ed esperienza tecnica.

Cloud e sicurezza: Oracle evidenzia la necessità dell’AI

Il Report globale 2020 KPMG Oracle sulle minacce in cloud, ha evidenziato uno dei principali timori per i responsabili di sicurezza: le tecnologie on-premise e in cloud diventano sempre più difficili da mettere al sicuro.

Del 75% dei professionisti che considera più sicuro il cloud pubblico, il 92% dichiara che l’azienda per cui lavora non è preparata a proteggere queste informazioni.

Il principale timore è quello relativo agli account con troppi privilegi, ai server esposti e all’assenza dell’autenticazione a due fattori.  

La soluzione potrebbe arrivare dall’AI, indicata come indispensabile dall’87% del campione: grazie all’Intelligenza artificiale è possibile ridurre notevolmente complessità e problemi di configurazione, evitando di esporre i dati degli utenti.

Steve Daheb, Senior Vice President di Oracle Cloud, ha dichiarato: «L’adozione di strumenti che sfruttano l’automazione intelligente a chiudere lo skill gap, sono nella lista della spesa IT per l’immediato futuro e il top management sta lavorando per portare tutte le linee di business ad adottare una cultura aziendale che metta al primo posto la sicurezza».

Attacchi cyber sempre più automatizzati

Secure-by design e cyber-resilience sono i due concetti intorno ai quali le aziende dovranno costruire la propria sicurezza informatica nei mesi a venire.

I criminali informatici stanno sfruttando la pandemia Covid-19 per reinventarsi e automatizzare i loro attacchi, questi i risultati del Global Threat Intelligence Report di NTT.

«L’attuale crisi globale ha dimostrato che i criminali informatici saranno sempre pronti a trarre vantaggio da qualsiasi situazione e che le organizzazioni devono essere pronte a tutto. Stiamo già assistendo a un incremento del numero di attacchi ransomware verso il settore sanitario e prevediamo un ulteriore aggravamento della situazione, prima che questa possa migliorare. Mai come ora, diventa critico prestare attenzione al livello di sicurezza alla base del proprio business; assicurandosi che la propria organizzazione manifesti resilienza informatica e massimizzi l’efficacia delle iniziative secure-by-design». Questo suggerisce in una nota ufficiale Matthew Gyde, Presidente e CEO della divisione Security di NTT. Il settore tecnologico e quello governativo sono stati i più colpiti a livello globale.
Per la prima volta l’IT è stato quello più attaccato, con il 25% di attacchi rispetto al 17% dell’anno scorso. Più della metà degli attacchi, erano indirizzati a specifiche applicazioni. Sono aumentati anche gli attacchi all’IoT.

IT News: Cisco, HP, Veeam, Sophos e Oracle… Le notizie della settimana

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Veeam cambia colore

Veeam, nota azienda svizzera specializzata in software per il backup e per la continuità delle applicazioni, diventerà di Insight Partners, una società di venture capital e private equity.

Ancora non è chiaro quale sarà il nuovo quartier generale della Veeam statunitense, quello che è certo è che la forte crescita di Veeam, in questi ultimi 10 anni, ha attirato l’attenzione dei grandi investitori. Ed è il nuovo CEO, infatti, ad affermare che in questa acquisizione vede nuove opportunità di espansione, soprattutto nel nuovo mercato.

Non sembra che siano previsti tagli del personale, al contrario, la forza lavoro dovrebbe essere rafforzata in favore dei clienti che, nel portafoglio di Veeam sono circa 365mila.

Oracle spinge l’adozione dell’Autonomous Cloud

Oracle vuole aiutare i clienti a migrare i loro database sul cloud. Per farlo, ha introdotto nuovi aggiornamenti sulla sua piattaforma enterprise. Con una nuova dashboard unificata, Oracle Enterprise Manager è stato migliorato in tre punti:

  • Analytics più evoluti
  • Strumenti per l’automazione e il controllo
  • Strumenti per la Mobilità e la sicurezza dei Database 18c e 19c

Oracle sta migliorando anche le opzioni di implementazione e accesso. Gli amministratori dei database potranno infatti implementare Oracle Enterprise Manager sull’infrastruttura in Cloud.

Mentre il mercato tiene d’occhio questa nuova interessante manovra di Oracle, i clienti finali potrebbero riflettere su due aspetti fondativi:

  • La drastica, ma non immediata, riduzione dei costi di manutenzione hardware
  • La fruibilità delle applicazioni che fino a ieri erano in locale e domani a questo punto, dovranno dialogare con il cloud

Dal lato nostro non mancheremo di tenervi aggiornati anche su questo.

Apre il Cybersecurity Co-Innovation Center di Cisco a Milano: un nuovo polo dedicato alla sicurezza 

Privacy, sicurezza avanzata dell’Iinternet delle cose (la cosiddetta IoT), la sicurezza nei servizi per i cittadini in particolar modo quelli legati al 5G.

Questi sono i temi su cui si concentreranno le attività del nuovo centro dedicato alla sicurezza inaugurato da Cisco il 24 gennaio all’interno del palazzo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano.

Cisco sa che c’è bisogno di essere veloci in fatto di innovazione, soprattutto quando si parla di un tema come quello della sicurezza informatica. Per questo nascono i suoi co-Innovation Centers, centri specializzati per far incontrare aziende, istituzioni e cittadini. Laboratori per unire le forze e accelerare i processi di interazione tra chi crea e sviluppa dal lato tecnico e le altre parti della società civile. Uno spazio importante delle attività è dato alle scolaresche ma anche alla stretta collaborazione con la polizia postale.

Un investimento di forze ma anche di fondi, quello di Cisco, che ha garantito un sostegno a questo progetto per un importo pari a 100 milioni di dollari in 3 anni.

Lo scenario della sicurezza informatica nel 2020 per le aziende, secondo Sophos

Il cloud e tutte le tecnologie connesse sono in costante evoluzione e la britannnica Sophos lo vede come uno dei principali bersagli dei cyber-criminali nel 2020, assieme al 5G. Quello che i black hat hacker e gli eMugger cercheranno di fare è aggirare i sistemi di rilevazione delle intrusioni basati su machine learning.

La loro arma resterà il ransomware, che si evolverà per eludere le difese cifrando solo piccole parti dei file o avviando il sistema operativo in modalità provvisoria.

Sophos lancia l’allarme sui principali nemici della sicurezza nel cloud: in cima a tutti ci sono le configurazioni dei servizi effettuate scorrettamente oppure con troppa leggerezza.

Dall’altro lato c’è il 5G, che “rappresenta indiscutibilmente il più importante cambiamento tecnologico ad avere un impatto sul panorama della sicurezza informatica”: maggiore sarà la quantità di dispositivi connessi, maggiori saranno le porte d’ingresso nei sistemi aziendali. Ogni dispositivo può essere una strada.

I cyber-criminali sanno che i ricercatori stanno utilizzando approcci basati sul machine learning per scovare intrusioni e infezioni; per questo ci saranno sempre più attacchi e malware che terranno conto proprio di queste tecniche per eluderle.

Secondo Sophos la ricetta per difendersi sta nel non lasciare da sole le macchine ma affiancarle ad umani esperti.

Saranno quindi le macchine ad aiutare l’uomo o viceversa?

Xerox spinge per acquisire HP

In una lettera inviata all’amministratore delegato e al presidente di HP, Xerox ha dichiarato di aver ottenuto prestiti per 24 miliardi di dollari a sostegno della sua offerta di acquisizione dell’azienda di Palo Alto.

L’attuale proposta di Xerox valuta infatti HP 33 miliardi di dollari.

L’ammontare dei finanziamenti messi a disposizione di Xerox, dimostrano uno “sforzo impressionante” da parte dell’azienda per ottenere questo accordo.

Tuttavia, trattandosi di un tentativo di acquisizione non richiesto da parte di Hp, c’è scetticismo sull’esito dell’affare.

A sua volta, HP ha infatti comunicato che sarebbe interessata solo nel caso in cui fosse Xerox ad essere acquisita da loro.

Inevitabile chiedersi, dunque: chi comprerà chi?

HPE e Digitalswitzerland creano etichette per qualificare i data center ecologici

Si chiama Swiss Data Center Efficiency Label, l’etichetta che categorizza i data center più ecologici. I criteri di assegnazione si applicano a tutto il flusso di energia, comprese le capacità di riciclaggio dell’energia in uscita.

Per quanto siano già efficienti, i data center consumano un’enorme quantità di energia elettrica. E questo è un problema ancora più sentito in Svizzera, poiché i tanti data center presenti nel Paese sono responsabili del 2,8% dei consumi energetici.

Benoit Revaz, dell’Ufficio Federale Svizzero dell’Energia, ha dichiarato
“Accogliamo con favore progetti come la Swiss Data Center Efficiency Label, che può aiutare a ridurre l’impatto negativo sul clima di una delle infrastrutture digitali alla base della nostra società. Incoraggiamo e supportiamo le organizzazioni e le nazioni di tutto il mondo ad intraprendere sforzi simili”.

Nel cantone di Ginevra sono già stati avviati test per raggiungere la conformità con i criteri di questi nuovi standard.

I risultati parlano di risparmi energetici fino al 70%.

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Appuntamento alla prossima settimana con IT News!